LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA

La psicologia dell'emergenza è una disciplina operativa che si occupa dell'intervento psicologico in situazioni di crisi, disastri e emergenze. L'obiettivo principale di questa branca della psicologia è quello di comprendere e alleviare gli effetti psicologici negativi che le persone possono sperimentare in seguito a eventi traumatici o catastrofici, come terremoti, alluvioni, incidenti gravi, attentati terroristici o guerre. Per raggiungere questo obiettivo interviene direttamente sulle situazioni di crisi, operando sul campo al fianco dei soccorsi e delle istituzioni per analizzare il contesto e proporre soluzioni efficaci e sostenibili.

 

La psicologia dell'emergenza ha iniziato a svilupparsi durante le due guerre mondiali con l'obiettivo di ridurre e curare i disturbi mentali dei soldati di ritorno dal fronte, conosciuti come "nevrosi da guerra". Inizialmente concentrata all'interno della psicologia militare, la disciplina si è gradualmente estesa all'ambito civile a partire dagli anni '80 e '90 del XX secolo, in seguito ai cambiamenti geopolitici dopo la caduta del Muro di Berlino.

 

La disgregazione dei paesi dell'URSS ha causato guerre civili e flussi migratori, spingendo la comunità internazionale a interessarsi ai disagi psichici delle vittime e dei profughi. Ad esempio, psicologi provenienti da vari paesi occidentali si sono recati in Bosnia tra il 1994 e il 1996 per fornire supporto alle vittime della guerra civile jugoslava.

 

In Italia, la psicologia dell'emergenza ha iniziato a essere oggetto di attenzione dopo il terremoto dell'Umbria nel novembre del 1997. Tuttavia, l'applicazione di modelli psicoterapeutici consolidati si è dimostrata non adatta alle esigenze delle vittime di calamità naturali e antropiche. Questo ha portato alla consapevolezza della necessità di approfondire e sviluppare approcci pratici per il sostegno psicologico in situazioni di emergenza.

 

Negli anni successivi, in Italia sono stati istituiti numerosi gruppi di studio per approfondire le conoscenze esistenti in campo di psicologia dell'emergenza, anche attingendo alle teorie e alle tecniche sviluppate in ambito americano. Il 18 Maggio 1999 è stata fondata la SIPEM Onlus (oggi SIPEM SoS Federazione), con l'obiettivo di promuovere la psicologia dell'emergenza e il supporto psicosociale.

 

Nel 2000, con l'istituzione del ruolo di psicologo delle situazioni di crisi, è iniziato un lungo percorso di collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile per definire gli interventi psicosociali da attuare in situazioni di emergenza. Nel 2006, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha emanato i "Criteri di massima sugli interventi psicosociali nelle catastrofi", integrando la psicologia e gli interventi psico-sociali all'interno della Funzione 2, che da allora si occupa di salute, assistenza sociale e veterinaria.

 

La psicologia dell'emergenza si basa su varie aree della teoria e della pratica psicologica, coinvolgendo non solo psicologi clinici, ma anche professionisti provenienti da altre discipline come psicologia dello sviluppo, del lavoro e sociale. La capacità di adattarsi a contesti non convenzionali e di muoversi all'interno di diversi approcci psicologici è fondamentale per chi desidera lavorare in questo settore, sia come volontario che come professionista.

 

La crescente consapevolezza dell'importanza del supporto psicologico nelle situazioni di emergenza e crisi, sia da parte delle autorità sanitarie che della popolazione in generale, è dovuta alla maggiore frequenza di eventi traumatici e catastrofici che coinvolgono il nostro paese, e la loro risonanza mediatica; grazie alla promozione di programmi di formazione e specializzazione per psicologi che desiderano lavorare nell'ambito dell'emergenza e della gestione del trauma, è cresciuto il riconoscimento delle istituzioni.

 

Le sfide del futuro per questa disciplina sono l’implementazione delle collaborazioni con altre figure professionali dell’area socio-sanitaria coinvolte nelle situazioni di emergenza, e l’integrazione con le forze dell'ordine e la protezione civile, per garantire un approccio multidisciplinare e integrato alla gestione del trauma. Sempre maggiore importanza avrà l’attivazione negli scenari di crisi gestiti degli psicologi dell’emergenza della Protezione Civile: loro è infatti la responsabilità di offrire supporto e accogliere le vittime per analizzare i bisogni immediati e sul lungo termine così da permettere alle strutture sanitarie locali di organizzare i servizi.

 

 

 

 

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